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  • Immagine del redattoreElvis Informatico

"Content is the King"

Il contenuto è il Re, disse uno degli uomini più influenti della terra e della storia recente, Bill Gates. Si tratta di una frase pronunciata agli albori della rivoluzione digitale che portò alla nascita di Internet e della Globalizzazione. Un tempo editoria ed aziende di produzione erano appannaggio di pochi professionisti e tutte le pubblicazioni passavano necessariamente per i grandi nomi del settore; ma dagli anni 90 in poi, con l'avvento di internet, la nascita delle prime chat e soprattutto l'arrivo dei primi Blog, è diventato accessibile a tutti pubblicare contenuti. Non solo, i contenuti sono evoluti incredibilmente nel corso di questi 20-30 anni, partendo da mere pagine di testo alla multimedialità più spinta tipica dei nostri giorni, fatta di video colmi di effetti speciali e di qualità eccelsa.

Oggi l'utente medio è un "produttore", pubblica testi, audio e video continuamente e con semplicità estrema, dai post (semplice testo) alle registrazioni live, dalle foto a filmati realizzati nel palmo di una mano. Si pubblica per pochi intimi o per tutti, ma comunque si pubblica! Ovvero si caricano su internet i nostri file, i nostri contenuti, qualcosa che abbiamo realizzato noi. Questa tendenza incontrollabile ha generato un vero e proprio Tsunami digitale che ha portato miliardi di utenti a realizzare e condividere sulla Rete praticamente qualsiasi cosa, il web è oggi un universo interminabile di video-contenuti.

Ciò che viene pubblicato ha il principale scopo di esser visto da altri internauti, innescando un meccanismo di veicolazione di contenuti fatti di idee, mode, notizie, emozioni, ma purtroppo anche calunnie, cattiveria, violenza e quant'altro. Capita spesso che il contenuto pubblicato venga poi condiviso da altri utenti, magari colpiti da ciò che hanno appena visto, letto o sentito, che sentono così il desiderio di rendere consapevoli amici e parenti, di dirlo a tutti. Un po' come accadeva un tempo col pettegolezzo di paese, quella voglia di far sapere qualcosa che fondamentalmente non ci riguarda ma che genera un effetto di stupore in coloro verso i quali raccontiamo la presunta notizia. Il termine "presunta" non è usato a caso naturalmente, perché quel raccontare ciò che altri ancora non sanno, generando un'emozione che ci illude di sentirci influenti, è spesso una dipendenza, ed oggi è praticamente un mestiere, a prescindere dall'attendibilità del contenuto purtroppo. Se torniamo a parlare di internet infatti, un qualsiasi contenuto oggetto di innumerevoli condivisioni è un veicolo commerciale enorme! Un treno infinito di denaro che può influenzare il mondo intero, creando nuove tendenze, nuove mode! Questo è ciò a cui puntano le grandi multinazionali, quelle che controllano il mercato globale, questo è ciò che chiamiamo "pubblicità". Rendere di dominio pubblico qualcosa ha un effetto inimmaginabile, può scatenare qualsiasi reazione nelle masse influenzando il comportamento di milioni di persone, può generare guerre e rivoluzioni, può smuovere fiumi di denaro. Ma senza sconfinare nella Storia e parlando di marketing e pubblicità, è evidente che se sono un'azienda di prodotti ed ho budget a disposizione, sapere che vi sono "publisher" i cui contenuti hanno milioni di visualizzazioni è un vettore inestimabile per far sapere a milioni di persone quali sono i miei prodotti. Nel mio piccolo l'ho sperimentato personalmente con il canale YouTube di questo blog: fondato nel maggio 2020 il mio primo video fu un tutorial sulle Join SQL, nessuno sapeva della sua esistenza, sia del video che del canale stesso, nessuna visualizzazione, nessun iscritto. Lavorandoci nel corso di questi 2-3 anni i video sono diventati ad oggi una cinquantina e qualche internauta ha cominciato ad apprezzarli e condividerli. Morale della favola: oggi il canale genera mediamente 4000 visualizzazioni al mese e, guarda un po', YouTube ha aggiunto degli sponsor ogni volta che parte un video! Questo perché potenzialmente 4000 utenti/mese possono vedere le pubblicità grazie al mio canale. Ora, per me queste sono solo piccole soddisfazioni personali, ma c'è gente che per mestiere fa lo YouTuber, in quanto è in grado di pubblicare contenuti che generano svariati milioni di visualizzazioni al mese e sono un veicolo commerciale abnorme per gli sponsor. YouTube guadagna laute somme dalle aziende che vogliono la loro pubblicità sbattuta su ogni video e buona parte di queste somme viene versata proprio a coloro che sono i reali vettori commerciali, gli YouTuber! Giusto un dato, tanto per dare l'idea: nel 2021 il canale MrBeast è stato il più visualizzato del mondo generando un guadagno di 54 milioni di dollari! Direi che siamo ben oltre il concetto di "mestiere" (ammesso che lo sia...), qui si tratta di milionari veri e propri. Immaginiamo l'effetto sul mercato di un paio di Nike sponsorizzate su un canale da 98 milioni di iscritti... Dunque oggi si può diventare ricchi sfondati (a qualsiasi età, MrBeast non ha nemmeno 25 anni) grazie ad un video, questo genera una febbre all'oro, alle visualizzazioni, alla viralità. Si condividono contenuti per avere visualizzazioni e non per una "sana" voglia di raccontare al mondo qualcosa, sembra banale ma è una linea sottile affatto scontata. La follia umana non ha limiti infatti, drogati dalla speranza di svoltare la propria vita con un contenuto virale, gli internauti di mezzo mondo condividono le cose più assurde ed impensabili, spesso le più orribili e raccapriccianti. Ormai è diventato più importante registrare che vivere, quando accade un avvenimento inaspettato, che sia una lite, un incidente o qualcosa di divertente, le persone anziché vivere filmano e condividono! E' diventata l'abitudine di questo secolo ed è semplicemente triste perché spesso rende persino immobili di fronte alle violenze ed alle ingiustizie...

Questa febbre all'oro delle visualizzazioni ed alla notorietà ha quindi generato una moltitudine di contenuti, la maggior parte dei quali andrebbero semplicemente rimossi, mentre invece restano lì ad occupare spazio sui server. Inoltre, ci sono tutta una serie di "meccanismi" che vengono applicati ai motori di ricerca affinché il contenuto venga proposto tra i primi risultati delle query di ricerca eseguite dagli internauti. Google ad esempio, scansiona continuamente il web per verificare quali siti stiano crescendo nelle visualizzazioni ed aggiornare gli indici di ricerca, giocano un ruolo importante anche le performance del sito stesso, come la velocità nell'apertura di una pagina (determinata dalla qualità del sito di hosting), la frequenza di pubblicazione di contenuti ecc. Non solo, nel campo dei contenuti video si cerca di curare tutte quelle componenti di qualità del video stesso, dall'audio all'alta definizione delle immagini e dei colori, il tutto finalizzato a dare maggior risalto possibile al contenuto stesso. Già, il contenuto, ovvero l'argomento trattato, molto spesso è proprio la componente qualitativamente più bassa, ma intanto la qualità degli effetti speciali ha attirato l'attenzione dell'utente che cliccando ha fatto crescere le visualizzazioni, per poi rendersi conto d'aver semplicemente perso tempo. Il contenuto è spesso (ma non sempre, per fortuna) inversamente proporzionale alle visualizzazioni, c'è una grossa fetta di canali YouTube che fanno moltissime visualizzazioni con contenuti demenziali, anticulturali ed assolutamente di basso costo produttivo. L'opinione pubblica si indigna sovente se nelle proprie bacheche social spopolano notizie assolutamente insignificanti. E' attualissimo il nuovo trend del "parlare in corsivo", in cui una giovane ragazza è salita prepotentemente alla ribalta per la notorietà acquisita tramite un contenuto del tutto inutile. Qualcuno direbbe: "purché se ne parli". Basta questo in effetti, ma basta soprattutto capire i diversi punti di vista, ovvero le prospettive di chi pubblica, per comprendere come mai certe "notizie" insignificanti ci vengono sbattute in faccia mentre navighiamo. Se il corsivo parlato è un trend, ovvero sta facendo parlare di sé, se riesce a far commentare e soprattutto cliccare milioni di persone, questo significa che persino Repubblica.it avrà interesse nel pubblicare post che ne parlino. Perché più clic generano più soldi, e fine della storia. A monte di tutto, ciò che fa muovere le persone è sempre il vile denaro, il profitto, nel bene e nel male. Attenzione, c'è un però, ed è grande come una casa, che fine fanno tutti questi trend? Se ne parla e se ne parla fino a che in breve tempo stancheranno e finiranno nel dimenticatoio, perché? Perché il contenuto è nullo! Pari a zero, assolutamente privo di fruibilità, non riutilizzabile!

Da sempre in nostri nonni ci hanno spiegato ed insegnato il valore delle cose, l'unica caratteristica durevole nel tempo, in grado di resistere ai cambiamenti ed addirittura di continuare a crescere. In pratica, il tempo passa, il valore resta, sempre, mentre tutto appassisce e passa di moda. Accade lo stesso nell'era digitale, i video che restano e resistono son sempre quelli che hanno qualcosa da raccontare, persino se la qualità non è delle migliori. I trend invece, sono destinati a passare, a morire, prima o poi. Dunque, l'invito è quello di imparare a controllare questa mania delle views, se decidiamo di produrre contenuti multimediali concentriamoci su quello che vogliamo raccontare e basta, il resto verrà da sé. Se vogliamo condividere qualcosa, quel qualcosa deve riflettere il nostro sentimento, deve essere una condivisione specchio del nostro mood interiore, dobbiamo sentirci rappresentati da ciò che mostriamo al mondo, solo così avrà effetto nel tempo. Per certi versi è un po' come quando scegliamo cosa indossare, c'è un sentimento interiore che ci guida nel metterci a nostro agio in mezzo alle persone, che influenza le nostre scelte stilistiche. Sappiamo bene che camuffare è semplicemente fine a sé stesso, un tacco più alto non farà di noi persone più alte, mentre mostrarsi per ciò che si è realmente ci libererà dalla paura del pregiudizio, ci sentiremo più liberi. Autenticità è la parola chiave, ciò che è autentico è destinato a durare nel tempo, a resistere contro ogni pregiudizio e preconcetto. Se vogliamo buttarci sul Tubo, se vogliamo produrre contenuti, devono rappresentarci ed essere autentici, al di là di grafiche affascinanti e risoluzioni da realtà aumentata, stiamo mostrando noi stessi al mondo, perché è inevitabile, ogni nostra più piccola azione parla di noi, più di mille parole.

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