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  • Immagine del redattoreElvis Informatico

Cose da evitare nel lavoro: le polemiche!

Si, da evitare, proprio come la peste! O il Covid, tanto per restare al passo coi tempi... Quante volte ci caschiamo, sia da vittime che carnefici! Quante attività rallentano, o addirittura si fermano, perché dissenso personale e rancori prendono il controllo della situazione? Spesso occorre la saggezza di guardare oltre e prefigurarsi le conseguenze di determinate azioni, quale sarà il risultato finale dell'aver messo i bastoni tra le ruote a qualcuno? Quale sarà l'immagine finale che daremo? Come verremo percepiti da colleghi e superiori se un progetto rischierà di arenarsi per mancanza di sinergia tra colleghi?

Essere polemici è uno tra i difetti peggiori nel mondo del lavoro, fattivamente la nostra operatività è un'arringa difensiva a scapito di terzi, parole al vento, fiato sprecato quando si tratta di svolgere delle attività, quando ci sono delle cose da fare. Non vi è nemmeno alcun beneficio tra l'altro: dopo esserci sfogati od aver cercato la lite di certo non ci sentiamo meglio, non abbiamo migliorato le cose e non abbiamo ottenuto nulla di vantaggioso per noi. Al contrario, avremo alimentato il nostro rancore e risentimento, ingigantito la bestia che vuol soltanto distoglierci dallo star bene con noi stessi, ci sentiremo ancora più incazzati e carichi di pressione, in una sola parola: stress.

Il lavoro che non svolgiamo è sempre lì ad aspettarci, possiamo protestare contro il letto affinché si rifaccia da solo al mattino, ma la sera rimarrà sempre sfatto, perché il problema non è il nostro letto, ma il non voler agire.

Nel lavoro non bisogna mai perdere di vista gli obiettivi, quelli pratici e concreti, e pensare sempre alla terza via ogni volta che le alternative non ci soddisfano. La priorità è avvicinarsi sempre di più al traguardo, essere costruttivi, proattivi. Il pregiudizio, od anche il preconcetto, ma in generale qualsiasi non comprovata versione finale di una qualsivoglia questione, possono deviare completamente il percorso verso il traguardo, anzi lo compromettono sin da subito. Evitiamo di rendere vero il detto della volpe che dice acerba l'uva perché non arriva a prenderla, la professionalità ha princìpi quali la coerenza del comportamento, la costanza e l'affidabilità. E se fossero i colleghi a fare polemica verso di noi? La storia non cambia, pensiamo ai fatti piuttosto che alle opinioni, veniamo tacciati di qualcosa? Pensiamo solo all'obiettivo e ragioniamo soltanto su questo, tutte le nostre energie devono canalizzarsi qui, e non sul rispondere ad "accuse" che non sono nel merito della questione bensì rivolte alla nostra persona. Fermo restando che non si finisce mai di imparare e che tutti possiamo sbagliare, se c'è da scusarsi per un errore tecnico (prettamente in ambito lavorativo) è doveroso farlo, ma non rispondiamo sul piano personale cercando di difenderci da un'accusa di scarsa serietà od altro, concentriamoci sempre sul merito e rispondiamo solo su questo. In tal modo disinnescheremo all'istante qualsiasi ordigno, spegnendo le fiamme dal basso e portando l'accusa a ridicolizzarsi da sé, occorre sempre scindere il piano personale da quello professionale, è una legge inviolabile!

Insomma, le polemiche dobbiamo lasciarle agli altri, sono fuffa, non portano a nulla e ci lasciano al palo. La cortesia e la serietà devono guidarci nel nostro lavoro, sembra il mondo se ne sia completamente dimenticato, essere cortesi fa bene a tutti: disinnesca le liti, annienta le polemiche, aiuta a cooperare e ben disporsi, crea positività ed attrae le persone. Per carità, sfogarsi è anche fisiologico, ma solo se avviene sporadicamente, al culmine di una situazione di stress che non riusciamo ancora a risolvere, non dev'essere mai qualcosa che accade abitualmente ed a cui ricorriamo per non affrontare questioni che invece risolveremmo mettendo da parte rancore e dissapori (che avvelenano soltanto noi). Detto questo, se siamo stressati facciamoci una bella corsa, scarichiamo la tensione fuori dal lavoro e con attività in grado di ritemprarci, creiamoci la nostra isola felice e non permettiamo a stress e frustrazione di fare terra bruciata intorno a noi, nel lavoro e nella vita. Quando abbiamo voglia di far polemica e siamo al lavoro, pensiamo a quanto potremmo fare se impiegassimo costruttivamente ogni minuto anziché spenderlo ad imprecare, se fossimo in grado di convertire questa energia negativa in energia "costruttiva" ci sentiremmo più leggeri e scarichi, il nostro stress si ridurrebbe perché saremmo andati avanti, dandoci da fare anziché restare al palo ad inveire contro tutto e tutti, col risultato finale di non aver fatto nulla per provare davvero a cambiare le cose!



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