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Hard Skills & Soft Skills

Aggiornamento: 14 lug 2022


Se ne sente parlare spesso nel mondo IT (information technology), sono le due sfere di competenze (in gergo, skills) che un vero informatico deve possedere. Per hard si intendono generalmente le competenze di tipo tecnico, mentre per soft si intendono le doti di tipo comunicativo-relazionale, insieme costituiscono il nostro profilo professionale. Ma in che ordine vanno considerate? Sono alla pari? Fifty-fifty? Una è subordinata all'altra? Partiamo dal presupposto che sono entrambe indispensabili per crescere e raggiungere gli obiettivi (personali e di gruppo), ma generalmente si parte sempre dalle doti tecniche. Tutti gli annunci di lavoro infatti, cominciano riportando il profilo tecnico che i candidati dovranno avere, per poi elencare le doti comunicative, relazionali, caratteriali eccetera. Ma questa scelta nell'ordine è puramente pratica, anche perchè i soft skills richiesti sono praticamente sempre gli stessi (capacità di lavorare in team, proattività, disponibilità, problem solving e via dicendo...), mentre gli hard skills sono la vera discriminante. Se leggessimo tutti gli annunci partendo dai soft skills ci sentiremmo tutti potenziali candidati, mentre partire dalle competenze tecniche è già una prima importante scrematura, anche in termini di tempo, per le aziende e per noi. Vi immaginate quanti internauti distratti aprirebbero gli annunci di lavoro (ad esempio su Linkedin) pensando di essere idonei se le doti soft fossero riportate per prime? Poi si accorgerebbero invece di non esserlo in quanto non in possesso delle doti tecniche, perdendo dunque tempo. Quanti internauti poco avveduti invece penserebbero di essere candidabili e presenterebbero a prescindere il proprio cv? Le aziende perderebbero tempo nella fase di scrematura delle candidature, magari stiamo parlando di qualche minuto ma moltiplicatelo per centinaia di candidature (anche fosse un solo minuto per cento candidature analizzate ogni giorno), con un rapido calcolo le aziende perderebbero mediamente oltre una giornata di lavoro a settimana, con conseguenze preoccupanti nel medio e lungo termine. Detto questo, gli hard skills vengono chiamati così perchè se non si hanno le competenze tecniche è praticamente impossibile svolgere il lavoro, mentre sulle doti comunicative ci si può sempre lavorare. Ma forse è proprio tale prospettiva a creare delle storture nell'interpretazione del ruolo da parte di chi viene assunto, mettere davanti gli hard skills può creare orde di presuntuosi, guru autoproclamatisi tali le cui spigolature caratteriali spesso creano rallentamenti ed intoppi nella road-map (intesa come lista ordinata delle cose da fare in un progetto). Forse la visione è invece opposta, fatta la premessa che le doti tecniche sono indispensabili per svolgere un mestiere, hard e soft skills non possono vivere l'uno senza l'altro. Di più, sono i soft skills a trovarsi davanti gli hard skills, dal momento che l'uomo è in grado di comunicare e deve preliminarmente farlo ogni volta che deve interagire con i suoi simili, saper parlare ma soprattutto ascoltare, è fondamentale. I soft skills permettono di valorizzare i propri hard skills e molto spesso si sottovaluta l'empatia, che è una componente fondamentale per il successo di squadra. Se si è in grado reciprocamente di capire gli stati d'animo altrui, si rema a velocità doppia nella stessa direzione, se invece occorre impiegare più tempo del previsto per capire cosa intende dire il nostro collega, la catena si allunga sensibilmente. Quindi, prima di scendere nel tecnico, preoccupiamoci sempre che i nostri colleghi abbiano chiaro cosa devono fare, se si sentono sicuri e convinti, vincendo con l'educazione (mai con la subordinazione!) eventuali discussioni con persone particolarmente polemiche o difficili, avendo ben stampato in testa l'obiettivo che vogliamo raggiungere, che nulla deve avere a che fare con risentimenti, rancori e dissapori. Lo stesso vale quando siamo noi a non sentirci sicuri di qualcosa, spesso si ha paura di chiedere, si ha paura di esser se stessi ed alzare la mano in cerca d'aiuto. Anche qui i soft skills divengono fondamentali, ci permettono di acquisire certezze (diventando proattivi nel futuro), di crescere chiedendo supporto ai nostri colleghi piuttosto che inorgoglirci e tentare di riuscire per forza da soli, magari suscitando l'impressione che non si abbia stima dei propri colleghi. Tutto questo fa brodo, eccome se lo fa! A fine anno, in odore di promozioni o premi, di fatturazioni, di risultati, la vostra educazione, comunicabilità e costruttività avranno fatto la loro parte (spesso anche più di una competenza tecnica sciorinata magari con egoismo ed arroganza), e chi di dovere non potrà non notarlo, a partire dai vostri colleghi.

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