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  • Immagine del redattoreElvis Informatico

L'effetto Pacman della consulenza

Aggiornamento: 30 giu 2022


Consulenza: una parola dai confini sconfinati e indefinibili, in special modo nel mondo ICT (information and communication technology). Partiamo col dire che, banalmente, un consulente assiste e supporta un cliente dentro una precisa unità organizzativa, alleggerendo quest'ultimo da numerose responsabilità. Il cliente, quindi, si limita semplicemente a verificare che i risultati della consulenza siano in linea con le aspettative contrattualizzate a monte, stabilisce degli indicatori che permettono di mantenere il controllo interno della struttura che ha esternalizzato. Ma ciò che spesso accade, è che il cliente perda nel tempo il suo know-how (competenza), cedendolo volontariamente ed involontariamente alla consulenza, ritrovandosi poi a staccare assegni sempre più onerosi affinché quest'ultima, che ormai ha acquisito tutto il know-how, non se ne vada e lasci il cliente nei casini. A questo punto, il cliente comincia ad avere un serio problema finanziario con la società di consulenza, in quanto il valore del servizio erogato da quest'ultima è cresciuto sempre più nel tempo, di pari passo con i costi. Si innesca quindi un meccanismo in cui la consulenza divora letteralmente il budget del cliente e non intende assolutamente fermarsi, così, mentre all'inizio è il cliente a pretendere e metter pressione alla consulenza, diventa poi quest'ultima a pretendere e pressare il cliente. Sembra un po' un effetto Pacman, dove la creatura gialla è la consulenza che deve sempre guardarsi le spalle e non farsi schiacciare dalle continue richieste del cliente, ma che nel tempo impara a muoversi e conoscere i punti deboli di quest'ultimo, riuscendo a sfruttarli per divorare quanto più budget disponibile.

A questo punto della storia, il cliente, avendo perso praticamente tutto il suo know-how e con il conto prosciugato dalla consulenza per garantire l'operatività, non ha altra scelta che assumere la consulenza, e quindi internalizzare le risorse. Il risparmio di denaro per il cliente è sensibile, assumere un nuovo dipendente ha costi decisamente più ridotti che pagarne la consulenza, quindi il meccanismo della consulenza, se non viene sapientemente veicolato, ha effetti deleteri per il cliente, nel medio e lungo termine. Come accennato, ciò che stuzzica il palato circa l'idea di ricorrere a consulenza è soprattutto lo scarico di responsabilità per il cliente che decide di beneficiarne, viene infatti alleggerito della gestione di un servizio affidandolo a terzi e mantenendo solamente la funzione di supervisione. Spesso però, questo alleggerimento può portare il cliente ad abbassare sempre più la soglia di attenzione, mentre la consulenza ha sempre lo spietato obiettivo di crescere continuamente, sembra un meccanismo fisiologico, quasi naturale, che conferma l'andamento ciclico di tanti fenomeni sociali ed umani. Ogni esperienza lavorativa, ogni progetto, ricorda una parabola: inizia crescendo (producendo risultati positivi), ma se le condizioni rimangono le medesime, tenderà a crescere sempre meno, fino a non crescere più ed iniziare addirittura a decrescere nel tempo. Ecco perchè ad un certo punto, è necessario cambiare, la stagnazione è sempre deleteria, l'uomo è fatto per evolversi e così tutto il resto...


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