top of page
  • Immagine del redattoreElvis Informatico

Recruitment: lavorare per le big fa cv?

Aggiornamento: 17 apr 2020


Lavorare per le big dell'IT fa cv? La risposta sembra apparentemente scontata: si! Ma non sempre è così, anzi, vi sono una serie di aspetti da tenere assolutamente in considerazione, così come una serie di cliché da smentire. Nel mondo dell'IT (information technology) esistono realtà grandi e piccole: multinazionali come Capgemini, NTT Data, Accenture, che "controllano" il mercato mondiale, e piccole aziende che rendono servizi di dettaglio difficilmente replicabili a larga scala, erogati grazie al sudore ed alla preparazione di giovani professionisti in erba. Tale preparazione, permette a queste piccole realtà aziendali di aggredire le nicchie di mercato, dove la particolarizzazione del servizio offerto diviene sconveniente alle big. Del resto, è ciò che accade un po' in tutti i settori, la produzione artigianale batte quasi sempre quella industriale sul piano della qualità, è l'unico modo che hanno i piccoli produttori per sopravvivere in un mercato ormai globalizzato. Dunque, essere un pesce piccolo e riuscire a nuotare in un mare di squali pronti a divorarti è davvero difficile, servono tante qualità per non affondare e vincere la concorrenza di multinazionali con risorse illimitate. Per fare ciò, una piccola azienda deve sfruttare (nel senso positivo) al massimo le proprie risorse, farle crescere il più possibile prima che scappino via sedotte dall'offerta di qualche big farm che prometterà loro benefit e RAL (retribuzione annua lorda) da sogno. Già, benefit & RAL, termini che quando si è giovani ed arruolati in una piccola realtà neanche si conoscono, si è talmente affamati di successo che si è disposti a tutto, lavorando nelle peggiori condizioni, telefonando col proprio cellulare, inviando mail e file con la propria connessione, muovendosi con la propria auto, sperando in straordinari spesso difficili da farsi autorizzare. Potremmo continuare all'infinito elencando quanto sia difficile muoversi in molte piccole aziende che devono fare i conti con la fine del mese e budget limitati, dove mancano le risorse per ogni ruolo e ci si trova a fare un po' di tutto: dai segretari agli sviluppatori, dai commerciali ai PM (project manager). Poi un bel giorno, la chiamata, quella di una grande azienda, e la nostra vita lavorativa cambia. Ora abbiamo un ufficio per tutto, addirittura un tutor che ci segue nella nostra carriera, dobbiamo solo svolgere la nostra mansione nel modo con cui li abbiamo convinti ad assumerci, abbiamo tutto per rendere al meglio. Le big sanno darti tutto ciò che ti serve, quindi paradossalmente diventa addirittura più facile lavorare in tali realtà, la mente non è costretta a scalare continuamente difficoltà organizzative reinventandosi ruoli e mansioni, ognuno ha la sua scrivania, si sta belli comodi e forse, proprio per questo, non ci lavoreranno tutti questi Leonardo Da Vinci, e forse forse ci si sentirà più dei numeri che non delle persone. Ma la differenza è tutta nel rendersene conto e se hai la fortuna di iniziare la tua carriera in una big, forse non conoscerai mai certe dinamiche e magari non sarai il primo a cui penseranno per gestire un cliente particolarmente disorganizzato, mentre chi ha fatto un po' di gavetta avrà capacità di adattamento potenzialmente molto più sviluppate, avendo toccato un po' tutti gli anelli della catena di lavoro. Ora, tutto questo non va schematizzato, non diventa una legge, ognuno ha la sua personale esperienza, unica rispetto agli altri e proprio per questo di assoluto valore. Il messaggio è semplicemente di non pensare che leggere Deloitte od Oracle su un cv sia sinonimo di successo e capacità, tanti nomi sconosciuti potrebbero invece rivelare un grande manager, capace di muoversi su più campi ed adattarsi alle peggiori condizioni, "tutto il resto è noia", diceva qualcuno.


243 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page