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Recruiter IT - pesci fuor d'acqua

"Salve Sig.Marco, la contatto per un'offerta di lavoro relativa ad un ruolo da DBA Oracle (Database Administrator), ho visto nel suo cv online che ha lavorato con dei Database Oracle." Si, ok, ma sul mio cv non c'è mai stato scritto nulla riguardo il ruolo di DBA, ma semplicemente che gestivo applicazioni basate su database Oracle, fine! Altrimenti avrei scritto che facevo il DBA... No?

Questo è un tipico esempio di quanto sia difficile fare recruitment nel mondo informatico, non basta avere un background in psicologia o scienze della comunicazione, né un bel sorriso od una bella presenza. Serve conoscere quello di cui si sta parlando, e non basta una conoscenza di base, spesso si riesce a capire il profilo adatto ad un lavoro soltanto se quel lavoro lo si è, in qualche modo, svolto.

Non so voi, ma personalmente è un tema ricorrente quello di ricevere candidature conto terzi (recruiter) totalmente inadeguate al profilo richiesto, il risultato è uno spreco di tempo ed energia, di risorse. Mi sono convinto nel tempo che non potrò mai capire cosa vuol dire essere un DBA se non ho mai fatto il DBA, la cosa vale per tutti i ruoli naturalmente. E' difficile capire cosa faccia un sistemista, su cosa sia specializzato, se non si lavora in questo ambito, eppure troppo spesso capita di vedere Head Hunter dai nomi altisonanti presentare profili improbabili per ruoli altrettanto improbabili. La cosa divertente è che non sono solamente le aziende a perdere tempo, ma anche i potenziali candidati, che vengono coinvolti e "convinti" che ci sia una grande opportunità dietro l'angolo, salvo poi accorgersi coi loro occhi che qualcuno (il recruiter) ha preso una cantonata. E, cosa affatto scontata, chi ha perso più tempo di tutti è forse proprio il recruiter.

Generalmente funziona così: le società di Head Hunting (recruiter o cacciatori di teste, che dir si voglia) stringono collaborazioni con le aziende e prendono delle percentuali laddove riescano a presentare candidati che verranno assunti. Questa modalità genera una specie di corsa all'oro, che forse mina inesorabilmente la qualità del recruitment, si perde di vista l'obiettivo, i soldi prima della qualità, e non il contrario. Si utilizza la tecnica della pesca a strascico, si cerca per hashtag (ad esempio: #Oracle) anziché entrare nel merito di un cv o di un annuncio, forse sperando che candidato ed azienda facciano poi il resto. Ma l'effetto purtroppo è esattamente l'opposto: la sensazione è che azienda e candidato si sentano dei perfetti sconosciuti, degli estranei, che si guardino misteriosamente per qualche minuto senza riuscire a riconoscersi, a trovarsi, mentre sotto sotto covano un sentimento di delusione e frustrazione. Probabilmente in quella fase, il recruiter è già fuori dai giochi ed aspetta soltanto di sapere se l'affare andrà in porto o meno, personalmente lo farei assistere al colloquio per farlo rendere conto da sé. Sia chiaro, seppur scontato è doveroso dire che vi sono Head Hunter precisi come dei cecchini, così come ve ne sono diversi che probabilmente hanno sbagliato mestiere. Lo scopo di questo articolo è semplicemente mettere in guardia sui rischi e sulle storture di questo ambiente, nel quale spesso vi sono professionisti non in grado di comprendere il perimetro dei ruoli e l'ambito di competenza, non è affatto un lavoro facile! Serve anzitutto sensibilità, nel capire l'urgenza e le esigenze del cliente (azienda e/o candidato), poi serve un buon livello tecnico però, che permetta di conoscere tecnologie, linguaggi di programmazione, architetture, sistemi operativi e quant'altro.

Se posso permettermi un piccolo consiglio a chi vorrà seguirlo: affidatevi all'intermediazione solo e soltanto dopo aver provato in prima persona, sia a cercare lavoro che a trovare candidati. L'intermediazione è l'ultima spiaggia, è il plus a cui ricorrere per raggiungere il risultato finale, vi renderete conto che nessuno sa meglio di voi di cosa avete bisogno. Metteteci anche che non è facile raccontare ad un recruiter cosa state cercando, magari siete proprio voi i primi a non saper esporre le vostre esigenze, cosa per nulla scontata. Assumere è un investimento, trovare lavoro altrettanto, sia finanziariamente che personalmente, è normale avere paura, ma solo guardandola negli occhi riusciremo a schivare pericoli e trappole diventando sempre più precisi e determinati. Se poi non riusciste proprio a farne a meno, affidatevi ad un top recruiter (senza lasciarvi ammaliare dalla nomea), magari (se siete un'azienda) vi costerà un po', ma il ritorno vi ripagherà dell'esborso iniziale. In definitiva, nel mondo della ricerca del lavoro occorre badare al sodo, alla sostanza più che alla forma. Occorre imparare a nuotare in questo mare di pesci grandi e piccoli, il rischio più grande è la perdita di tempo e risorse, che sono davvero le cose più importanti e, ahimè, limitate che abbiamo.


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