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  • Immagine del redattoreElvis Informatico

Recruitment ai tempi del Covid

Nella confusione generale di una crisi internazionale come quella in corso, sono generalmente le fasce più deboli ad essere duramente colpite purtroppo: anziani, pensionati, disoccupati, lavoratori co.co.co, famiglie disagiate ecc. I mercati restano fermi, gli investimenti anche, il futuro è incerto. Ma come ogni crisi, c'è chi ci rimette e chi addirittura riesce guadagnarci, ci sono dei tempi morti e delle zone franche nelle quali aziende ed imprenditori riescono ad arricchirsi. Pensiamo a chi produce mascherine ad esempio, avrà visto il proprio fatturato letteralmente impennarsi, o chi produce gel disinfettanti o dispositivi di gestione delle code, per questi settori la crisi è stata praticamente un miracolo economico. Ma non solo, in questo periodo di incertezza, si è portati a pensare che i colloqui e le assunzioni siano fermi, non è così, o perlomeno non per tutti. Per chi lavora nell'IT (information technology) ad esempio, non vi è alcun impedimento, la tecnologia supporta i colloqui da remoto stando comodamente ognuno a casa sua, la maggior parte dei software continua a funzionare nonostante la crisi, anzi, forse questo periodo di intenso smartworking può aver definitivamente sbloccato le richieste di lavoro da casa. Tantissime aziende informatiche stanno continuando la loro operatività con sedi chiuse e dipendenti connessi da remoto, immaginiamo il gran risparmio di denaro relativo agli spostamenti casa-lavoro, per non parlare dell'inquinamento ridotto. Insomma, la medaglia ha sempre due facce, saperle guardare entrambe è una gran dote e può offrire spunti interessanti, proprio per chi cerca lavoro ad esempio. In questo periodo ho potuto sperimentare personalmente il gran fermento in essere nel mercato del lavoro, le aziende cercano, eccome! Le posizioni sono aperte, la tecnologia ha permesso di abbattere qualsiasi impedimento logistico causato dal Covid, anzi, questa crisi non ha fatto altro che spingere oltre il limite molte criticità tipiche di tutti gli ambienti di lavoro: rapporti difficili coi propri colleghi o superiori, clienti generalmente incazzati che in piena crisi hanno abbassato i toni per non venir abbandonati dai loro bistrattati fornitori, insomma, potrebbe essere il momento giusto per forzare la serratura ed abbracciare nuove opportunità! Occorre solo avere sale in zucca e valutare attentamente vantaggi e svantaggi di un cambio di lavoro in un periodo simile, più che altro la domanda da fare alle aziende è: "in un momento dagli investimenti incerti, cosa vi spinge ad investire ugualmente?". Già, per chi stiamo andando a lavorare? Qual è il settore di competenza? Come sono i feedback dell'azienda? Qual è la sua storia? Ma queste altre domande magari ce le teniamo per noi, cercando le risposte su internet, sui social del lavoro come Linkedin e sui siti ufficiali delle aziende, magari scopriremo di avere tra i nostri contatti delle persone che conoscono la realtà in cui stiamo andando a lavorare e potremo avere delle impressioni dirette ed attendibili. Inoltre, alcuni recruiter potrebbero pensare che, in tempi di crisi, chi è in difficoltà col proprio lavoro sia più facile da convincere e con offerte un po' più basse fare un'ottima campagna acquisti, ma a voi cosa importa? Avete il potere di accettare o rifiutare e questo è un potenziale vantaggio, ciò che per il dipendente è tanto per l'azienda potrebbe essere molto poco, le reciproche economie vengono generalmente tenute nascoste nella trattativa azienda-candidato, l'importante è essere sicuri del cambiamento ed avere quel pizzico di follia per rischiare, salvo inaspettati voltagabbana della Dea Fortuna, potremmo ripartire alla grande da questa crisi.



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